Museo Stradivariano
E' con l'anno 1893 che inizia la storia del Museo Stradivariano, in quell'anno veniva accettata dalla città di Cremona la donazione di Giovanni Battista Cerani, consistente in forme, modelli, e attrezzi vari appartenuti a liutai cremonesi, alcuni dei quali ad Antonio Stradivari.
Nel 1895 Pietro Grulli contribuì ad incrementare la prima donazione aggiungendo quattro morse a vite in legno di origine stradivariana. Ma ciò che costituisce la parte più significativa del Museo è quanto rappresentato dai reperti provenienti dalla collezione di Ignazio Alessandro Cozio conte di Salabue. Nato nel 1755, egli viene considerato il primo grande studioso di liuteria. Con l'acquisto di quanto era rimasto del laboratorio di Stradivari, Alessandro Cozio potè alimentare il grande interessa che aveva sempre dimostrato per questioni di carattere liutario e divenne ben presto un personaggio di rara competenza in questa disciplina. La collezione Salabue, costituita da forme in legno, modelli in carta e attrezzi vari, che venivano impiegati per la costruzione di violini, viole, violoncelli e altri strumenti ancora, dopo numerose vicissitudini fu venduta nel 1920 dall'ultima erede di Cozio, la marchesa Paola Dalla Valle del Pomaro, al liutaio bolognese Giuseppe Fiorini, per la cifra di centomila lire. Prima della donazione al Comune di Cremona questa inestimabile collezione fu oggetto di profondo studio di Simone Fernando Sacconi, che a quel tempo si trovava ancora in Italia. Sacconi riordinò tutti i reperti che la costituivano dando precise informazioni sul loro uso. Molteplici furono le difficoltà incontrate da Fiorini nel cercare di formare una scuola di liuteria italiana che potesse avvalersi di quel prezioso materiale. Dopo diversi tentativi effettuati in varie città italiane, Giuseppe Fiorini, nell'aprile del 1930, donò al Museo Civico di Cremona l'intera collezione dei cimeli del grande liutario cremonese.
Il 26 ottobre 1930, il senatore Alfredo Rocco, allora Ministro di grazie e giustizia, inaugurò la Sala Stradivariana in Palazzo Affaitati, da poco divenuto sede dei Civici Musei, dove venne esposta la collezione Salabue-Fiorini insieme ai reperti delle precedenti donazioni. Dopo il trasferimento dalla primitiva sede a Palazzo dell'Arte, il Museo Stradivariano ritornò in Palazzo Affaitati per trovare poi, nel 1979, una nuova sistemazione nelle sale precedentemente occupate dall'Archivio di Stato, in Via Palestro. Dal 13 dicembre 2001 il Museo trova la sua definitiva collocazione nelle sale settecentesche del piano nobile di Palazzo Affaitati. Il Museo è organizzato in tre sezioni:
• quella che contiene un itinerario relativo alla costruzione della viola contralto secondo la tradizione della scuola classica cremonese; per questa prima sezione è stato scelto il corredo della viola contralto del 1690, in quanto risulta essere uno dei più completi fra quelli conservati nel museo stesso; lo stesso itinerario è stato studiato e organizzato anche per non vedenti e i ipovedenti;
• il gruppo di strumenti che ricorda, per la maggior parte liutai italiani che operarono dalla seconda metà del XIX secolo sino alla prima metà del XX secolo;
• la collezione Salabue-Fiorini esposta in sedici bacheche che contengono ben 710 reperti provenienti dal laboratorio di Antonio Stradivari.
Nel 1895 Pietro Grulli contribuì ad incrementare la prima donazione aggiungendo quattro morse a vite in legno di origine stradivariana. Ma ciò che costituisce la parte più significativa del Museo è quanto rappresentato dai reperti provenienti dalla collezione di Ignazio Alessandro Cozio conte di Salabue. Nato nel 1755, egli viene considerato il primo grande studioso di liuteria. Con l'acquisto di quanto era rimasto del laboratorio di Stradivari, Alessandro Cozio potè alimentare il grande interessa che aveva sempre dimostrato per questioni di carattere liutario e divenne ben presto un personaggio di rara competenza in questa disciplina. La collezione Salabue, costituita da forme in legno, modelli in carta e attrezzi vari, che venivano impiegati per la costruzione di violini, viole, violoncelli e altri strumenti ancora, dopo numerose vicissitudini fu venduta nel 1920 dall'ultima erede di Cozio, la marchesa Paola Dalla Valle del Pomaro, al liutaio bolognese Giuseppe Fiorini, per la cifra di centomila lire. Prima della donazione al Comune di Cremona questa inestimabile collezione fu oggetto di profondo studio di Simone Fernando Sacconi, che a quel tempo si trovava ancora in Italia. Sacconi riordinò tutti i reperti che la costituivano dando precise informazioni sul loro uso. Molteplici furono le difficoltà incontrate da Fiorini nel cercare di formare una scuola di liuteria italiana che potesse avvalersi di quel prezioso materiale. Dopo diversi tentativi effettuati in varie città italiane, Giuseppe Fiorini, nell'aprile del 1930, donò al Museo Civico di Cremona l'intera collezione dei cimeli del grande liutario cremonese.
Il 26 ottobre 1930, il senatore Alfredo Rocco, allora Ministro di grazie e giustizia, inaugurò la Sala Stradivariana in Palazzo Affaitati, da poco divenuto sede dei Civici Musei, dove venne esposta la collezione Salabue-Fiorini insieme ai reperti delle precedenti donazioni. Dopo il trasferimento dalla primitiva sede a Palazzo dell'Arte, il Museo Stradivariano ritornò in Palazzo Affaitati per trovare poi, nel 1979, una nuova sistemazione nelle sale precedentemente occupate dall'Archivio di Stato, in Via Palestro. Dal 13 dicembre 2001 il Museo trova la sua definitiva collocazione nelle sale settecentesche del piano nobile di Palazzo Affaitati. Il Museo è organizzato in tre sezioni:
• quella che contiene un itinerario relativo alla costruzione della viola contralto secondo la tradizione della scuola classica cremonese; per questa prima sezione è stato scelto il corredo della viola contralto del 1690, in quanto risulta essere uno dei più completi fra quelli conservati nel museo stesso; lo stesso itinerario è stato studiato e organizzato anche per non vedenti e i ipovedenti;
• il gruppo di strumenti che ricorda, per la maggior parte liutai italiani che operarono dalla seconda metà del XIX secolo sino alla prima metà del XX secolo;
• la collezione Salabue-Fiorini esposta in sedici bacheche che contengono ben 710 reperti provenienti dal laboratorio di Antonio Stradivari.
PERCORSO DI VISITA AL MUSEO STRADIVARIANO DEDICATO AI NON VEDENTI E IPOVEDENTI
All'interno del Museo Stradivariano è stato realizzato e inaugurato nel 2003 un percorso di visita per non vedenti e ipovedenti, allo scopo di rendere fruibile il patrimonio culturale a persone che ne sarebbero tradizionalmente escluse.
Per questo progetto sono stati intrecciati proficui rapporti di collaborazione con diverse Istituzioni quali l'Istituto dei Ciechi di Milano, il Gruppo "Vediamoci Insieme" della Croce Rossa Italiana - Comitato di Cremona e l'Unione Italiana Ciechi di Cremona, che hanno anche validamente partecipato al progetto con consulenze e collaborazioni. Per loro tramite il Sistema è entrato in relazione con la realtà dei diversamente abili.
Si tratta dell'allestimento di un percorso significativo all'interno dell'ordinamento espositivo e didattico del Museo Stradivariano, per la dimostrazione e esemplificazione acustico-tattile del processo di realizzazione dello strumento ad arco secondo i canoni della prestigiosa scuola liutaria cremonese. Tale percorso comprende, oltre a una segnaletica orientativa a caratteri nero e braille, nove vetrine appositamente studiate e realizzate per la ricostruzione del procedimento di realizzazione di un violino attraverso l'assemblaggio di elementi (su modello di strumenti stradivariani della collezione "Gli Archi del Palazzo Comunale di Cremona"). Tali parti sono destinate ad essere manipolate e assemblate dal visitatore.
Vi sono poi un'apparecchiatura di riproduzione dei suoni dei diversi strumenti ad arco, da attivare alla fine del percorso, e un'attrezzatura walk assistant di audioguida con testi esplicativi del processo di realizzazione del violino.
È stato anche realizzato il catalogo in braille e nero del Museo Stradivariano.
PERCORSO DI VISITA AL MUSEO STRADIVARIANO DEDICATO AI NON UDENTI
Dopo la positiva esperienza del percorso dedicato ai non vedenti e ipovedenti relativo al Museo stradivariano, e confortata dal riscontro assai positivo di tale iniziativa presso i visitatori, l'Amministrazione Comunale ha ritenuto di allestire un percorso dedicato ai non udenti realizzato in collaborazione con il "Centro Comunicare è vivere" di Milano.
Il progetto, oggi concretamente realizzato, permette alla direzione del sistema museale di proseguire nello sforzo di rendere fruibile il patrimonio artistico della città anche a quelle categorie di persone che, a causa dell'handicap, ne sono "tradizionalmente" escluse.
Da questa proficua collaborazione è nato il DVD interattivo dedicato alla storia e alle collezioni del Museo stradivariano, nonché alla Collezione dei violini che rappresenta la tradizione liutaria cremonese attraverso le famiglie degli Amati, Guarneri, Stradivari. Realizzato in modalità dedicate alle persone non udenti, il DVD è comunque fruibile da tutti, accomunando così gli amanti dell'arte e delle tradizioni del passato nel piacere della scoperta di un patrimonio unico al mondo.
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