giovedì 11 agosto 2011

Soncino

Soncino, tra Medioevo e Rinascimento lombardo

Anche il visitatore più frettoloso, per avere un ricordo soddisfacente del borgo di Soncino, dovrà fermarsi a vedere la Rocca e la Casa degli Stampatori. Il monumento più conosciuto, punto di riferimento per ogni itinerario, è la Rocca sforzesca, molto ben conservata. La Rocca di Soncino, eretta nel XV secolo, è una delle più importanti in Lombardia. Si tratta di un perfetto esempio di architettura militare in cui compaiono tutti gli elementi salienti di questi fortilizi come gli alti muri di cinta, i torrioni angolari, i camminamenti di ronda lungo il parapetto di coronamento, i ponti levatoi, insieme alle feritoie e alle caditoie. Infatti dalla Rocca è possibile, grazie ai suoi 'passaggi segreti', accedere al gran fossato. Non mancano sotterranei e prigioni, storie d'armi e cavalieri, racconti d'assedi e strategie di battaglia, per un affascinante viaggio nel passato alla scoperta della vita nel medioevo. Costruita su commissione di Galeazzo Maria Sforza, signore di Milano, fra il 1473 e il 1475 dagli architetti Bartolomeo Gadio e Benedetto Ferrini con funzione esclusivamente militare. La Rocca è racchiusa fra quattro torri: la torre del capitano, quella delle guardie, la torre cilindrica ricavata dal vecchio torrione della precedente cinta muraria, dove si troverebbe la mitica stanza del tesoro ed infine le due torri gemelle. Dal cortile si può scendere alle stanze sotterranee. Dopo aver dato rifugio a Francesco II Sforza nel 1524, il castello fu trasformato in residenza dai marchesi Stampa che lo abitarono sino al 1876, anno della donazione al Comune.
Camminando tranquillamente per le strette vie del paese, fermandosi prima al Mulino S.Angelo, poi di fronte alla Casa Azzanelli, a fianco della torre ettagonale di S.Giacomo, davanti alla facciata della Pieve e terminando il giro con una breve sosta nella piazza del Comune, si arriva alla Casa degli Stampatori. Nel 1483 una famiglia di Ebrei di Spira, città vicina a Magonza (la patria di Gutenberg), stampano in Soncino famosi libri in caratteri ebraici. Nella casa vi è un piccolo Museo con la ricostruzione di un torchio dell'epoca: potremo assistere dal vivo alla stampa della prima pagina della Bibbia in ebraico. Per avere un'idea più completa del Borgo Fortificato, dopo aver fatto un giro tutt'attorno alla Cerchia Muraria per osservare le quattro porte, i bastioni ed il fossato nel quale per un buon tratto scorre il Naviglio, si entra dalla porta di Borgo Sotto che immette nella Strada Granda. Qui si affacciano i più bei palazzi dei ricchi mercanti del Rinascimento.
Per saperne di più
www.comune.soncino.cr.it

Franca Dell'Arciprete

La provincia di Cremona

La provincia di Cremona

CR_Territorio




Le mura venete di  Crema, il castello visconteo di Pandino, la rocca sforzesca  di Soncino, le mura  di Pizzighettone, importante presidio militare sull’ Adda rappresentano un prezioso patrimonio artistico e  sono testimonianza delle complesse vicende storiche del territorio.

Se le fortificazioni del Cremasco hanno mantenuto la loro conformazione difensiva, dalla parte opposta della provincia è possibile compiere un viaggio all’interno di lussuose residenze patrizie, in origine castelli: Villa Medici del Vascello a San Giovanni in Croce, Villa Mina della Scala a Casteldidone e di Villa Sommi Picenardi a Torre De’ Picenardi.

Per chi invece desidera coniugare bellezza e spiritualità, tutto il territorio è ricco di santuari:  Santa Maria della Croce a Crema, a pianta centrale e ricco di preziosi affreschi cinquecenteschi, Santa Maria della Misericordia a Castelleone, la Chiesa della Beata Vergine della Fontana a Casalmaggiore.


Non mancano importanti siti archeologici, come l’ Antiquarium di Palazzo Pignano, Gallignano, gli scavi di Calvatone  e importanti collezioni di reperti, conservati nei musei civici di Castelleone, Cremona, Crema, Pizzighettone , Piadena., San Daniele Po.

Le distese di campi coltivati, la geometria propria di un’agricoltura intensiva non sono l’unico aspetto del paesaggio cremonese che offre anche preziosi tesori ambientali, legati  ai numerosi corsi d’acqua.

Il Po ha naturalmente un ruolo del tutto particolare nell’armonia del territorio e gli ambienti naturali vicino alle sue sponde possono essere pienamente apprezzati con escursioni in battello che immergono il visitatore in un clima unico e suggestivo, a pochi chilometri dalla città.


L’abbondante patrimonio ittico  e il  fascino dei fiumi con le loro atmosfere favoriscono la pesca sportiva, ampiamente praticata  a tutte le età.
Vari itinerari cicloturistici attraversano zone di particolare interesse e  naturalistico, come il Parco del Serio, ricco di ambienti boschivi, il Parco dell’Oglio Sud e la Valle dei Navigli.


MUSEO STRADIVARIANO

Museo Stradivariano



E' con l'anno 1893 che inizia la storia del Museo Stradivariano, in quell'anno veniva accettata dalla città di Cremona la donazione di Giovanni Battista Cerani, consistente in forme, modelli, e attrezzi vari appartenuti a liutai cremonesi, alcuni dei quali ad Antonio Stradivari.
Nel 1895 Pietro Grulli contribuì ad incrementare la prima donazione aggiungendo quattro morse a vite in legno di origine stradivariana. Ma ciò che costituisce la parte più significativa del Museo è quanto rappresentato dai reperti provenienti dalla collezione di Ignazio Alessandro Cozio conte di Salabue. Nato nel 1755, egli viene considerato il primo grande studioso di liuteria. Con l'acquisto di quanto era rimasto del laboratorio di Stradivari, Alessandro Cozio potè alimentare il grande interessa che aveva sempre dimostrato per questioni di carattere liutario e divenne ben presto un personaggio di rara competenza in questa disciplina. La collezione Salabue, costituita da forme in legno, modelli in carta e attrezzi vari, che venivano impiegati per la costruzione di violini, viole, violoncelli e altri strumenti ancora, dopo numerose vicissitudini fu venduta nel 1920 dall'ultima erede di Cozio, la marchesa Paola Dalla Valle del Pomaro, al liutaio bolognese Giuseppe Fiorini, per la cifra di centomila lire. Prima della donazione al Comune di Cremona questa inestimabile collezione fu oggetto di profondo studio di Simone Fernando Sacconi, che a quel tempo si trovava ancora in Italia. Sacconi riordinò tutti i reperti che la costituivano dando precise informazioni sul loro uso. Molteplici furono le difficoltà incontrate da Fiorini nel cercare di formare una scuola di liuteria italiana che potesse avvalersi di quel prezioso materiale. Dopo diversi tentativi effettuati in varie città italiane, Giuseppe Fiorini, nell'aprile del 1930, donò al Museo Civico di Cremona l'intera collezione dei cimeli del grande liutario cremonese.
Il 26 ottobre 1930, il senatore Alfredo Rocco, allora Ministro di grazie e giustizia, inaugurò la Sala Stradivariana in Palazzo Affaitati, da poco divenuto sede dei Civici Musei, dove venne esposta la collezione Salabue-Fiorini insieme ai reperti delle precedenti donazioni. Dopo il trasferimento dalla primitiva sede a Palazzo dell'Arte, il Museo Stradivariano ritornò in Palazzo Affaitati per trovare poi, nel 1979, una nuova sistemazione nelle sale precedentemente occupate dall'Archivio di Stato, in Via Palestro. Dal 13 dicembre 2001 il Museo trova la sua definitiva collocazione nelle sale settecentesche del piano nobile di Palazzo Affaitati. Il Museo è organizzato in tre sezioni:
• quella che contiene un itinerario relativo alla costruzione della viola contralto secondo la tradizione della scuola classica cremonese; per questa prima sezione è stato scelto il corredo della viola contralto del 1690, in quanto risulta essere uno dei più completi fra quelli conservati nel museo stesso; lo stesso itinerario è stato studiato e organizzato anche per non vedenti e i ipovedenti;
• il gruppo di strumenti che ricorda, per la maggior parte liutai italiani che operarono dalla seconda metà del XIX secolo sino alla prima metà del XX secolo;
• la collezione Salabue-Fiorini esposta in sedici bacheche che contengono ben 710 reperti provenienti dal laboratorio di Antonio Stradivari.




PERCORSO DI VISITA AL MUSEO STRADIVARIANO DEDICATO AI NON VEDENTI E IPOVEDENTI
All'interno del Museo Stradivariano è stato realizzato e inaugurato nel 2003 un percorso di visita per non vedenti e ipovedenti, allo scopo di rendere fruibile il patrimonio culturale a persone che ne sarebbero tradizionalmente escluse.

Per questo progetto sono stati intrecciati proficui rapporti di collaborazione con diverse Istituzioni quali l'Istituto dei Ciechi di Milano, il Gruppo "Vediamoci Insieme" della Croce Rossa Italiana - Comitato di Cremona e l'Unione Italiana Ciechi di Cremona, che hanno anche validamente partecipato al progetto con consulenze e collaborazioni. Per loro tramite il Sistema è entrato in relazione con la realtà dei diversamente abili.

Si tratta dell'allestimento di un percorso significativo all'interno dell'ordinamento espositivo e didattico del Museo Stradivariano, per la dimostrazione e esemplificazione acustico-tattile del processo di realizzazione dello strumento ad arco secondo i canoni della prestigiosa scuola liutaria cremonese. Tale percorso comprende, oltre a una segnaletica orientativa a caratteri nero e braille, nove vetrine appositamente studiate e realizzate per la ricostruzione del procedimento di realizzazione di un violino attraverso l'assemblaggio di elementi (su modello di strumenti stradivariani della collezione "Gli Archi del Palazzo Comunale di Cremona"). Tali parti sono destinate ad essere manipolate e assemblate dal visitatore.
Vi sono poi un'apparecchiatura di riproduzione dei suoni dei diversi strumenti ad arco, da attivare alla fine del percorso, e un'attrezzatura walk assistant di audioguida con testi esplicativi del processo di realizzazione del violino.
È stato anche realizzato il catalogo in braille e nero del Museo Stradivariano.

PERCORSO DI VISITA AL MUSEO STRADIVARIANO DEDICATO AI NON UDENTI
Dopo la positiva esperienza del percorso dedicato ai non vedenti e ipovedenti relativo al Museo stradivariano, e confortata dal riscontro assai positivo di tale iniziativa presso i visitatori, l'Amministrazione Comunale ha ritenuto di allestire un percorso dedicato ai non udenti realizzato in collaborazione con il "Centro Comunicare è vivere" di Milano.
Il progetto, oggi concretamente realizzato, permette alla direzione del sistema museale di proseguire nello sforzo di rendere fruibile il patrimonio artistico della città anche a quelle categorie di persone che, a causa dell'handicap, ne sono "tradizionalmente" escluse.
Da questa proficua collaborazione è nato il DVD interattivo dedicato alla storia e alle collezioni del Museo stradivariano, nonché alla Collezione dei violini che rappresenta la tradizione liutaria cremonese attraverso le famiglie degli Amati, Guarneri, Stradivari. Realizzato in modalità dedicate alle persone non udenti, il DVD è comunque fruibile da tutti, accomunando così gli amanti dell'arte e delle tradizioni del passato nel piacere della scoperta di un patrimonio unico al mondo.

Mappa Cremona

mappa dei musei

- Clicca sugli indirizzi qui sotto per visualizzare la mappa su Google Maps e ottenere indicazioni per arrivare

Museo Civico "Ala Ponzone" - Pinacoteca
Museo Stradivariano
via Ugolani Dati, 4

Collezione "Gli archi di Palazzo Comunale"
Palazzo Comunale Piazza del Comune, 8

Museo Civico di Storia Naturale
Parco del Vecchio Passeggio, viale Trento e Trieste 35/b

Museo della Civiltà Contadina Cascina "Il Cambonino Vecchio"
via Castelleone, 51

Museo Archeologico San Lorenzo
via S. Lorenzo, 4

Il violino a Cremona

Collezione "Gli Archi di Palazzo Comunale"

In una sala di questo Palazzo è in esposizione la collezione di strumenti ad arco, fra le più importanti che si conoscano.
Gli strumenti esposti tracciano la storia di quella che è stata la più grande scuola liutaria di ogni tempo, nata e sviluppatasi in Cremona dalla prima metà del XVI secolo alla prima metà del XVIII secolo.



Violino: "II Carlo IX di Francia" costruito da Andrea Amati nel 1566

Viola: "La Stauffer", costruita da Antonio e Gerolamo Amati nel 1615

Violino:"L'Hammerle", costruito da Nicolò Amati nel 1658

Violino: "Il Clisbee", costruito da Antonio Stradivari nel 1669

Violino: costruito da Francesco Ruggeri nel 1675

Violino: "Il Quarestani", costruito da Giuseppe Guarneri figlio di Andrea nel 1689

Violoncello: "ex Cristiani", costruito da Antonio Stradivari nel 1700

Violino:"Il Cremonese 1715", costruito da Antonio Stradivari nel 1715

Violino:"Il Vesuvius", costruito da Antonio Stradivari nel 1727

Violino: "Lo Stauffer", costruito da Giuseppe Guarneri, detto del Gesù, nel 1734

Violino:"Lo Stauffer", costruito da Enrico Ceruti nel 1868

Violino: costruito da Simone Fernando Sacconi nel 1941





GLI ARCHI DI PALAZZO COMUNALE
Il violino appare nella prima metà del XVI secolo e ha in Andrea Amati il primo dei liutai cremonesi che si distingue nella costruzione di strumenti ad arco.
Alcune considerazioni, di non poco peso, danno un consistente contributo al sostegno di questa tesi: il fatto che Andrea Amati sia nato attorno al 1505 ridimensiona decisamente l'importanza che si è creduto di attribuire alla città di Brescia, in quanto patria del violino con Gasparo Bortolotti da Salò, nato nel 1540; il gruppo di strumenti commissionati da Carlo IX di Francia, poco dopo la prima metà del XVI secolo, ad Andrea Amati dimostra che a quel tempo, quando Gasparo da Salò era poco più che ventenne l'arte del liutaio cremonese fosse conosciuta ben oltre i confini italici.
Due dei figli di Andrea, Antonio e Gerolamo, si dedicano alla liuteria e lavorano nella bottega del padre. Nicolò Amati, figlio di Gerolamo, si afferma nel XVII sec. proseguendo il cammino nel solco dei suoi predecessori.
Dalla seconda metà del XVII secolo lavora in Cremona il più celebre dei liutai: Antonio Stradivari. Nascono così i più grandi capolavori che la storia della liuteria conosca. Un posto fra i grandi della liuteria cremonese spetta a Giuseppe Guarneri del Gesù il quale, benché più giovane di Stradivari di circa mezzo secolo, gli sopravvive di pochi anni.
Inutile sarebbe ricercare in Guarneri del Gesù la raffinatezza di linee espresse dagli Amati e da Stradivari nei loro lavori.
Piuttosto sembra lecito pensare che le attenzioni maggiori del maestro siano rivolte a problemi di carattere acustico: la prontezza di del suono, in strumenti dal taglio vigoroso, senza per altro che questa ultima si dissoci dalla capacità di penetrazione e al tempo stesso dalla dolcezza.





Andrea Amati
il Carlo IX, 1566 c. - violino

Questo violino faceva parte di un gruppo di strumenti costruiti per la corte di Carlo IX di Francia, gruppo formato da piccoli violini, grandi violini, viole e violoncelli, ed è uno dei soli quattro superstiti tra i violini di grande formato. È uno strumento ancora pienamente efficiente, in ottimo stato di conservazione. Sul fondo sono visibili ampie tracce dello stemma di Carlo IX. Sulle fasce si nota invece ancora parte del motto "Pietate et Justitia".
La Commissione preposta a redigere il verbale peritale, nel maggio del 1966 riconobbe il grande valore artistico e storico dello strumento e concluse che esso era idoneo sotto tutti gli aspetti". Proveniente dalla famosa collezione Henry Hottinger, passato in seguito alla Casa Wurlitzer di New York, fu acquistato presso quest'ultima dall'Ente Provinciale peril Turismo di Cremona, e donato poi alla città il 25 febbraio 1966.

Antonio e Gerolamo Amati
la Stauffer, 1615 - viola

La viola di proprietà di S.H. Danks, prima viola dell'orchestra B.B.C. di Londra, fu acquistata dalla fondazione musicologia W. Stauffer di Cremona nel mese di maggio 1966 e depositata presso la collezione "Gli Archi del Palazzo Comunale di Cremona".
In realtà la viola è stata costruita da Gerolamo, in quanto il fratello Antonio era morto nel 1607. L'etichetta porta però anche il nome di Antonio perché Gerolamo utilizzò sempre la stessa fino al termine della sua attività. La viola, finemente lavorata, presenta un eccellente stato di conservazione. La vernice, tutta allo stato originale, è di un bel colore bruno dorato. La qualità sonora della viola si basa su un indiscutibile equilibrio timbrico fra le quattro corde.

Nicolò Amati
l'Hammerle, 1658 - violino

Costruito su forma grande, questo strumento rappresenta degnamente l'arte di Nicolò Amati, che più di tre secoli fa portò la liuteria ad un notevole livello. Violino di squisita fattura, ricco di vernice originale possiede straordinarie qualità acustiche che denunciano l'appartenenza dello stesso ad un'unica matrice: la prestigiosa scuola cremonese. Proveniente dalla collezione di Teodoro Hammerle, fu posseduto in seguito da Henry Hottinger; successivamente passò alla Casa Wurlitzer di New York, dalla quale fu acquistato per iniziativa dell'Ente Provinciale per il Turismo di Cremona nell'autunno del 1966 con sottoscrizione cittadina "un dollaro per il Nicolò Amati".

Antonio Stradivari
il Clisbee, 1669 - violino

Lo strumento, dono dei coniugi Evelyn e Herbert Axelrod, è del primo periodo della produzione stradivariana dove il riferimento alle opere di Nicolò Amati appare evidente pur mostrando già la forte personalità di Stradivari. Il violino è entrato a far parte della collezione "Gli Archi del Palazzo Comunale di Cremona".

Francesco Ruggeri
1675 - violino

Considerato dagli esperti di pregevole fattura e di notevole qualità acustica, questo violino, è stato concesso in comodato gratuito al Comune di Cremona. Il violino, il 27 ottobre 1937, in occasione del Bicentenario Stradivariano svoltosi a Cremona, venne sottoposto all'esame di una commissione internazionale composta da: Fridolin Hamma, Simone Fernando Sacconi, Leandro Bisiach senior, Mario Corti, Ignazio Caporali, Paolo Deschamp, Max Moller che ne attestò l'autenticità e lo definì un bellissimo esemplare di Francesco Ruggeri detto il "Per" . Vi è anche un ulteriore certificato di autenticità compilato dalla casa Beare di Londra del 24 marzo 2006.

Giuseppe Guarneri (figlio di Andrea)
il Quarestani, 1689 - violino

Attribuito, come si legge nell'expertise redatta dalla casa John & Arthur Beare, di Londra, a Giuseppe Guarneri, figlio di Andrea, il violino, sempre secondo detta expertise, è stato costruito nel laboratorio del padre Andrea nell'anno 1689, come risulta dalla etichetta originale collocata nell'interno dello strumento. Questo violino va considerato come un esempio caratteristico del primo periodo della produzione del maestro cremonese, anche se sono da escludere, da questa valutazione, le "effe" che sono state allargate. Strumento di bella fattura, possiede notevoli qualità acustiche. Per la costruzione sono stati impiegati legni pregevoli, dall'acero con marezzatura molto pronunciata, all'abete rosso con venatura molto fine al centro; la vernice è di un caldo arancio bruno su fondo più chiaro. Il violino è di proprietà del Comune di Cremona.

Antonio Stradivari
ex Cristiani, 1700 - violoncello

La Fondazione W. Stauffer, l'11 novembre 2005, ha acquistato il violoncello "Cristiani" costruito da Antonio Stradivari nel 1700. Si realizzava così il sogno del presidente della fondazione, Paolo Salvelli, di affiancare alle altre celebri opere che costituiscono la collezione "Gli archi di Palazzo Comunale di Cremona" un violoncello in modo da completare strumentalmente la forma che costituisce l'ensemble quartettistica (2 violini, 1 viola e 1 violoncello). Il suo stato di conservazione è eccezionale; la bellezza dell'acero del fondo si accoppia alla particolare qualità dell'abete rosso della tavola armonica e all'eccellenza della vernice. L'equilibrio fra le quattro corde e la prontezza di emissione del suono pongono questo strumento tra le opere più significative di Stradivari. Il nome di questo strumento ricorda quello della giovane violoncellista Lisa Cristiani che lo possedette e alla quale Mendelssohn dedicò la "Romanza senza parole" op. 109.

Antonio Stradivari
il Cremonese, 1715 - violino

Conosciamo poco più di dieci violini costruiti nel 1715, tra questi l'Alard, il Tiziano, l'Imperatore, il Bazzini, il Rode: quello appartenente alla civica collezione di Cremona può figurare degnamente tra i primissimi di questo gruppo.È un violino di grande formato. La bellezza del lavoro viene esaltata dalla particolare qualità del legno impiegato dal maestro cremonese, e da una vernice arancione dorato, tutta allo stato originale. Strumento generosissimo di voce, anche nelle zone meno favorite, dimostra una straordinaria vitalità. Eccezionale l'equilibrio timbrico dalle note gravi alle acute. La corda di Sol è particolarmente dotata sul piano del volume; la capacità di penetrazione e di espansione della voce di questo strumento ben si accomunano ad una straordinaria prontezza di emissione della voce stessa. Acquistato nel 1961 dall'Ente Provinciale per il Turismo di Cremona presso la Casa W. E. Hill & Sons di Londra, venne in seguito donato alla città.

Antonio Stradivari
il Vesuvius, 1727 - violino

Nel 1977 Remo Lauricella, violinista e compositore, in visita alla collezione "Gli Archi del Palazzo Comunale di Cremona", confidò al conservatore, che era sua intenzione donare, dopo la sua morte, il suo strumento, conosciuto come "Vesuvius" del 1727 di Antonio Stradivari. Lauricella moriva il 19 gennaio 2003, il Comune di Cremona venne informato che, in una clausola dell'ultimo testamento era stato previsto il lascito del suo violino "Stradivarius Vesuvius", al sindaco e ai consiglieri in carica della città di Cremona. Scattò un'entusiasmante gara di solidarietà e di iniziative per raccogliere fondi necessari per pagare l'imposta di successione. Il 3 novembre 2005 una delegazione cremonese, guidata dal sindaco Gian Carlo Corada, ritirò da Londra il violino.

Giuseppe Guarneri (detto del Gesù)
1734 - violino

Già nel 1830 il violino apparteneva alla famiglia italiana Bravi Mazzo; il 22 febbraio del 1916 veniva in possesso di un certo D. Saluzzo. Nell'aprile del 1924 la casa di Hjorth di Copenaghen lo vendeva a H.L.Wessel, abitante in quella città. Dal 1972 al 1977 è stato usato dal celebre violinista Pinchas Zukerman per concerti in tutto il mondo e per la registrazione di numerosi dischi. È' uno degli strumenti meglio conservati, appartenenti al secondo periodo del maestro cremonese. Costruito con bel legno, posside eccellenti qualità acustiche; la vernice è di colore giallo arancio su fondo dorato. Il violino, di proprietà della Fondazione musicologia "Walter Staufffer", è stato acquistato nell'aprile del 1980 e depositato presso la collezione "Gli Archi del Palazzo Comunale di Cremona".

Enrico Ceruti
lo Stauffer, 1868 - violino

Enrico Ceruti, figlio ed allievo di Giuseppe, nacque a Cremona nel 1806. Il suo nome di battesimo era, in effetti, Riccardo Fabio e fu in seguito soprannominato Enrico. Partecipò a diverse mostre e concorsi nazionali e internazionali, vincendo anche alcuni premi. Morì nel 1883. Il violino è stato acquistato dal Centro di Musicologia "Walter Stauffer" di Cremona e depositato presso la collezione "Gli Archi del Palazzo Comunale di Cremona".

Simone Fernando Sacconi
1941 - violino

Questo straordinario violino si trova ampiamente illustrato in "Loan exbition of stringed instruments and bows" commemorating the seventieth birthday of Simone Fernando Sacconi, New York City October 1966. Simone Fernando Sacconi, universalmente ritenuto uno dei più grandi liutai di ogni tempo, trasse l'ispirazione, per la costruzione di questa mirabile opera, dagli strumenti intarsiati di Antonio Stradivari, in particolare l'intarsio è riferito al violino Hellier del 1679. Il violino è di proprietà del Comune di Cremona.

Duomo Cremona

Attrazioni cremona Cremona offre splendidi itinerari per poter gustare in pieno le numerose bellezze artistiche che mette a disposizione dei suoi turisti, in particolare la Piazza del Comune, considerata una delle più belle piazze italiane in stile medioevale; la particolarità di questa piazza è costituita dai numerosi monumenti che la circondano, infatti, si trovano a Piazza del Comune il Torrazzo, simbolo della città di Cremona. Questo è un’altissima torre con ben 487 scalini dalla quale è possibile ammirare un bellissimo paesaggio.
Anche il Duomo si trova nelle piazza ed è considerata una splendida opera d’architettura romanica, particolarmente interessanti gli interni ricchi di artistiche decorazioni: all'inizio del XII secolo si aprono i cantieri della Cattedrale ma i lavori vengono in seguito interrotti a causa di un terremoto per poi essere ripresi nel 1129 e conclusi negli anni 1160 -1170; anche il Battistero, caratteristica costruzione romanica a pianta ortogonale coronato da una loggetta nell’interno coperto da un’antica cupola a sesto acuto, e il Palazzo del Comune sede del governo nella Cremona antica, il quale custodisce cinque preziosi violini tra i migliori esemplari, si trovano nella famosa Piazza del Comune. Sempre sulla piazza la Loggia dei Militi che fu sede delle riunioni dei comandi delle milizie. Suggeriamo di continuare la visita di Cremona attraverso i molti palazzi della città: il Palazzo Stanga che è un rifacimento settecentesco di un edificio rinascimentale; il Palazzo Raimondi costruito nel 1496 è decorato in marmi bianchi e rosa; il Palazzo di Cittanova, del 1256, sorse in epoca guelfa. Da segnalare sono la chiesa di S. Margherita, costruita nel 1547, è un bell’ esempio di manierismo cremonese. Al suo interno dipinti e affreschi di pregio; la chiesa di S. Agostino, costruita tra il 1339 e il 1345 fu completata nel ‘500, ha facciata in stile gotico lombardo e l’interno suddiviso in tre navate; la chiesa di S. Pietro al Po, è del 1575 e il campanile è stato rialzato da Luigi Voghera nel 1840; da non mancare una visita alla chiesa di S. Sigismondo, che è stata costruita per volere di Bianca Maria Visconti, sul luogo dove erano state celebrate le sue nozze con Francesco Sforza. E’ un notevole esempio di rinascimento cremonese, la chiesa venne iniziata nel 1463 e terminata nel 1578. L’interno presenta una ricca decorazione di figure in stucco, dovute a Giulio Campi

visitare Cremona

Cremona - Palazzo Comunale
Cremona - Palazzo Comunale

 Cremona -Centro storico

Fulcro della Cremona storica è Piazza del Comune dove vi si affacciano i principali monumenti della città: I Torrazzo, il Battistero, la Loggia dei Militi ed il Palazzo Comunale.

Anche Corso Mazzini, famoso non per i meriti artistici, del resto tanto diffusi in città, ma come elegante centro dello shopping cremonese, si trova poco distante da qui pronto ad accogliere e viziare il visitatore.

 Cosa vedere a Cremona  - Palazzo Comunale

L’edificio che ospitava il Governo del Libero Comune di Cremona fu costruito tra il 1206 e il 1246.

Nel tempo ha subito dei rifacimenti, ma nel complesso mantiene un aspetto armonico e rappresenta un classico esempio di Broletto Padano.

Begli affreschi decorano alcune parti dell’edificio: quelli duecenteschi sull’Arengario e sullo scalone che porta al Salone del Consiglio e quelli cinquecenteschi nello stesso salone.

Da visitare è il Palazzo Cittanova che in due grandi sale ospita manifestazioni pubbliche e private.
 
Cremona - Palazzo Cittanova